ll Diario di Santa Faustina Kowalska- I° Quaderno - Parte 1/3
I°
Quaderno - Parte
1/3
Fine
del noviziato. Le sofferenze non diminuiscono affatto. Debolezza fisica;
dispensa da tutte le pratiche di pietà, o meglio loro sostituzione con
giaculatorie. Venerdì Santo. Gesù attrae il mio cuore nel centro infuocato
dell'amore. Ciò è avvenuto durante l'adorazione serale. Improvvisamente la
presenza di Dio s'impadronì di me. Dimenticai ogni cosa. Gesù mi fa conoscere
quanto ha sofferto per me. Questo durò molto brevemente. Una nostalgia tremenda.
Un desiderio ardente di amare Dio. I prirsi voti. Un ardente desiderio di
annientarmi per Dio mediante un amore attivo, ma che sfugga all'occhio anche
delle suore che mi stanno più vicino. Anche dopo i voti però l'oscurità continuò
a regnare nella mia anima fino a circa metà dell'anno. Durante la preghiera Gesù
penetrò tutta l'anima mia. L'oscurità scomparve. Udii nell'intimo queste
parole: «Tu
sei la Mia gioia, tu sei delizia del Mio cuore ».
Da quel momento percepli nel cuore, cioè nel mio intimo, la Santissima Trinità.
In maniera sensibile mi sentii inondata di luce divina. Da allora la mia anima
vive in intimità con Dio, come un bimbo col proprio padre affezionato. Una volta
Gesù mi disse: «
Va' dalla Madre Superiora e pregala di autorizzarti a portare il cilicio per
sette giorni e durante la notte ti alzerai una volta e verrai in cappella
». Risposi di si, ma avevo una certa difficoltà
a recarmi dalla Superiora. Verso sera Gesù mi chiese: «
Fino a quando rimanderai?». Decisi di parlarne alla Madre Superiora al
primo incontro. il giorno dopo prima di mezzogiorno mi accorsi che la Madre
Superiora andava in refettorio e siccome la cucina, il refettorio e la stanzetta
di Suor Luisa si trovano quasi assieme, invitai la Madre Superiora nella
stanzetta di Suor Luisa e le riferII la richiesta di Gesù. La Madre mi rispose:
« Non le permetto di portare nessun cilicio. Nel modo più assoluto. Se Gesù le
dà la forza di un colosso, le permetterò queste mortificazioni ». Mi scusai con
la Madre per averle fatto perdere tempo ed uscII dalla stanzetta. All'improvviso
vidi Gesù in piedi sulla porta della cucina e Gli dissi: « Mi ordini di andare a
chiedere delle penitenze, che la Madre Superiora non intende permettere ».
Allora Gesù mi disse: «Ero
qui durante il colloquio con la Superiora e so tutto e non voglio le tue
mortificazioni, ma l'obbedienza. Con questo Mi dai una grande gloria ed acquisti
dei meriti per te ». Una
delle Madri, quando venne a conoscere il mio stretto rapporto con Gesù, mi disse
che ero una povera illusa. Mi disse che Gesù manteneva rapporti simili solo coi
santi « e non con anime peccatrici come lei, sorella ». Da quel momento fu come
se diffidassi di Gesù. In un colloquio mattutino dissi a Gesù: « Gesù, non sei
per caso un'illusione? ». Gesù mi rispose: «
Il Mio amore non delude nessuno ». Una
volta stavo riflettendo sulla SS. Trinità, sull'Essenza di Dio. Volevo
assolutamente approfondire e conoscere chi è questo Dio... In un istante il mio
spirito venne come rapito in un altro mondo. Vidi un bagliore inaccessibile e in
esso come tre sorgenti di luce, che non riuscii a comprendere. E da quella luce
uscivano parole sotto forma di fulmini, che si aggiravano attorno al cielo ed
alla terra. Non comprendendo nulla di questo, mi rattristai molto.
Improvvisamente dal mare di luce inaccessibile usci il nostro amato Salvatore,
di una bellezza inconcepibile, con le Piaghe sfavillanti: E da quella luce si
udì questa voce: «
Qual è Dio nella Sua essenza, nessuno potrà sviscerarlo, né la mente angelica,
né umana ». Gesù
mi disse: «
Procura di conoacere Dio attraverso la meditazione dei Suoi attributi
». Un
momento dopo Gesù tracciò con la mano il segno della croce e scomparve. Una
volta vidi una gran folla di gente nella nostra cappella, davanti alla cappella
e sulla strada, perché non c'era posto nella cappella. La cappella era addobbata
per una solennità. Vicino all'altare c'era un gran numero di ecclesiastici, poi
le nostre suore e molte di altre congregazioni. Aspettavano tutti la persona che
doveva prendere posto sull'altare. Ad un tratto sentii una voce che diceva che
io dovevo prendere il posto sull'altare. Però appena uscii dall'abitazione, cioè
dal corridoio per attraversare il cortile ed andare in cappella seguendo la voce
che mi chiamava, ecco che tutta la gente cominciò a gettarmi addosso tutto
quello che poteva: fango, sassi, sabbia, scope, tanto che in un primo momento
rimasi indecisa se proseguire o meno; ma quella voce mi chiamava con insistenza
ancora maggiore ed allora, nonostante tutto, cominciai ad avanzare
coraggiosamente. Quando attraversai la soglia della cappella, i superiori, le
suore, le educande e perfino i genitori cominciarono a colpirmi con quello che
potevano tanto che, volente o nolente, dovetti salire in fretta al posto
destinato sull'altare. Non appena occupai il posto destinato, subito quella
stessa gente e le educande, e le suore, e i superiori, e i genitori, tutti
cominciarono a tendere le mani ed a chiedere grazie ed io non provavo alcun
risentimento verso di loro, che m'avevano scagliato addosso tutta quella roba ed
anzi stranamente provavo un amore particolarissimo proprio per quelle persone
che mi avevano costretta a salire più rapidamente nel posto a me destinato. In
quel momento la mia anima fu inondata da una felicità inconcepibile ed udii
queste parole: «
Fa' quello che vuoi, distribuisci grazie come vuoi, a chi vuoi e quando
vuoi». E
subito la visione scomparve. Una volta sentii queste parole: «
Va' dalla Superiora e chiedi che ti permetta di fare ogni giorno un'ora di
adorazione per nove giorni; durante questa adorazione cerca di fare la tua
preghiera con Mia Madre. Prega di cuore in unione con Maria; procura inoltre in
questo tempo di fare la Via Crucis ». Ottenni
il permesso non per un'ora intera, ma soltanto per il tempo che avevo, dopo
compiuti i miei doveri. Dovevo fare quella novena per la patria. Il settimo
giorno della novena vidi la Madonna fra cielo e terra, in una veste chiara.
Pregava con le mani giunte sul petto e lo sguardo rivolto al cielo e dal suo
Cuore uscivano dei raggi di fuoco, alcuni dei quali erano diretti verso il
cielo, mentre gli altri coprivano la nostra terra. Quando parlai di alcune di
queste cose col confessore, mi rispose che potevano provenire realmente da Dio,
ma che potevano anche essere un'illusione. Siccome avevo spesso dei cambiamenti,
non avevo un confessore fisso e per di più facevo una fatica incredibile ad
esporre cose di quel genere. Perciò pregavo ardentemente perché il Signore mi
concedesse una grande grazia, quella di avere un direttore spirituale. Ma questa
grazia l'ottenni soltanto dopo i voti perpetui, quando venni a Wilno. Si tratta
di Don Sopocko. Il Signore me l'aveva fatto conoscere interiormente, prima che
arrivassi a WIIno. Se avessi avuto fin dall'inizio un direttore spirituale, non
avrei sprecato tante grazie del Signore. Un confessore può essere di grande
aiuto per un'anima, ma può anche procurarle molto danno. Oh! come dovrebbero
stare attenti i confessori all'azione della grazia di Dio nell'anima dei loro
penitenti. Questa è una cosa di grande importanza. Dalle grazie di un'anima si
può conoscere il suo stretto rapporto con Dio. Una volta venni citata al
giudizio di Dio. Stetti davanti al Signore faccia a faccia. Gesù era tale e
quale è durante la Passione. Dopo un momento scomparvero le Piaghe e ne rimasero
solo cinque: alle mani, ai piedi ed al costato. Vidi immediatamente tutto lo
stato della mia anima, cosi come la vede Iddio. Vidi chiaramente tutto quello
che a Dio non piace. Non sapevo che bisogna rendere conto al Signore anche di
ombre tanto piccole. Che momento! Chi potrà descriverlo? Trovassi di fronte
altre volte Santo! Gesù mi domandò: «Chi
sei? ». Risposi: « Io sono una tua serva, Signore
». «
Devi scontare un giorno di fuoco nel purgatorio ».
Avrei voluto gettarmi immediatamente fra le fiamme del purgatorio, ma Gesù mi
trattenne e disse: «
Che cosa preferisci: soffrire adesso per un giorno oppure per un breve tempo
sulla terra? ».
Risposi: « Gesù, voglio soffrire in purgatorio e voglio soffrire sulla terra sia
pure i più grandi tormenti fino alla fine del mondo ». Gesù disse: «
E sufficiente una cosa sola. Scenderai in terra e soffrirai molto, ma non per
molto tempo ed eseguirai la Mia volontà ed i Miei desideri ed un Mio servo
fedele ti aiuterà ad eseguirla. Ora posa il capo sul Mio petto, sul Mio Cuore ed
attingivi forza e vigore per tutte le sofferenze, dato che altrove non troverai
sollievo, né aiuto, né conforto. Sappi che avrai molto, molto da soffrire, ma
questo non ti spaventi. Io sono con te ». Poco
dopo mi ammalai. I disturbi fisici furono una scuola di pazienza per me. Solo
Gesù sa quanti sforzi di volontà dovetti fare per adempiere i miei doveri. Gesù
quando intende purificare un'anima, usa gli strumenti che vuole. La mia anima si
sente completamente abbandonata dalle creature. Talvolta l'intenzione più retta
viene interpretata male dalle suore. Questa è una sofferenza molto dolorosa, ma
il Signore la permette e bisogna accettarla, perché questo ci fa assomigliare
maggiormente a Gesù. Una cosa non sono riuscita a comprendere per molto tempo,
cioè che Gesù mi ordinava di dire tutto ai superiori, mentre i superiori non
credevano alle mie parole e mi commiseravano come fossi stata una povera illusa
o una vittima della mia fantasticheria. Per questo motivo, temendo di essere
un'illusa, decisi di evitare interiormente Dio, dato che avevo paura delle
illusioni. Ma la grazia di Dio m'inseguiva ad ogni passo e quando meno me
l'aspettavo, Iddio mi rivolgeva la parola. Un giorno Gesù mi disse che avrebbe
fatto scendere il castigo su di una città, che è la più bella della nostra
Patria. il castigo doveva essere uguale a quello inflitto da Dio a Sodoma e
Gomorra. Vidi la grande collera di Dio ed un brivido mi scosse, mi trafisse il
cuore. Pregai in silenzio. Un momento dopo Gesù mi disse: «
Bambina Mia, unisciti strettamente a Me durante il sacrificio ed offri al Padre
Celeste il Mio Sangue e le Mie Piaghe per impetrare il perdono per i peccati di
quella città. Ripeti ciò senza interruzione per tutta la S. Messa. Fallo per
sette giorni ». Il
settimo giorno vidi Gesù su di una nuvola chiara e mi misi a pregare perché Gesù
posasse il Suo sguardo sulla città e su tutto il nostro paese. Gesù diede uno
sguardo benigno. Quando notai la benevolenza di Gesù, cominciai ad implorarne la
benedizione. Ad un tratto Gesù disse: «
Per te benedico l'intero paese » e
fece con la mano un gran segno di croce sulla nostra Patria. Vedendo la bontà
del Signore, l'anima mia fu inondata da una grande gioia. 1929. Una volta,
durante la S. Messa, sentii la vicinanza di Dio in una maniera particolarissima,
nonostante che mi difendessi e mi tenessi lontana da Lui. Talvolta sfuggivo a
Dio proprio perché non volevo essere vittima dello spirito maligno, dato che
qualcbe volta m avevano detto che lo ero. E questa incertezza durò per lungo
tempo. Durante la S. Messa, prima della S. Comunione, ci fu la rinnovazione dei
voti. Quando uscimmo dagli inginocchiatoi e cominciammo a pronunciare la formula
dei voti, improvvisamente Gesù si mise accanto a me. Aveva una veste bianca ed
una cintura d'oro e mi disse: «
Ti concedo eterno amore, affinché la tua purezza sia intatta ed a conferma che
non andrai mai soggetta a tentazioni impure ». Gesù
si slacciò la cintura d'oro che aveva e con quella cinse i miei fianchi. Da quel
momento non ho più provato alcun turbamento contrario alla virtù né nel cuore,
né nella mente. Compresi in seguito che questa è una delle più grandi grazie,
che mi aveva ottenuto la Santissima Vergine Maria, dato che per questa grazia
l'avevo pregata per molti anni. Da allora è aumentata la mia devozione per la
Madre di Dio. È Lei che mi ha insegnato ad amare interiormente Iddio e come
adempire in tutto la Sua santa volontà. O Maria, Tu sei la gioia, poiché
attraverso Te Iddio è sceso in terra e nel mio cuore. Una volta vidi un ministro
di Dio in pericolo di commettere un peccato grave, che doveva avvenire da un
momento all'altro. Presi a supplicare Dio che mandasse a me tutti i tormenti
dell'inferno, tutti i dolori che voleva e in cambio chiesi la liberazione e
l'allontanamento di quel sacerdote dall'occasione di commettere peccato. Gesù
esaudì la mia preghiera ed all'istante sentii sulla testa la corona di spine. Le
spine di quella corona mi penetrarono fino al cervello. Ciò durò tre ore ed il
ministro di Dio fu liberato da quel peccato ed il Signore rafforzò la sua anima
mediante una grazia speciale. Una volta, il giorno di Natale, sento che
s'impossessa di me l'onnipotenza, la presenza di Dio. E di nuovo evito
interiormente l'incontro col Signore. Domandai alla Madre Superiora il permesso
di andare a «Jozefinek: », per fare una visita alle suore. La Madre Superiora ci
diede il permesso e subito dopo il pranzo, cominciammo a prepararci. Le
consorelle mi stavano già aspettando sulla porta del convento. Io andai di corsa
nella cella a prendere la mantellina. Ritornando dalla cella e passando vicino
alla piccola cappellina, sulla soglia scorsi Gesù, il quale mi disse queste
parole:
« Va' pure, ma Io ti prendo il cuore ».
Ed all'improvviso avvertii di non avere più il cuore nel petto. Dato che le
suore mi avevano fatto osservare che dovevo andare più in fretta poiché era già
tardi, me ne andai immediatamente con loro. Ma una grande insoddisfazione
cominciò ad opprimermi. Una strana nostalgia s'impadronì di me. Nessuno però,
tranne il Signore, era al corrente di quello che era avvenuto nella mia anima.
Quando ci eravamo trattenute un attimo a « Jòzefinek », io dissi alle
consorelle: « Torniamo a casa ». Le suore chiesero di riposarsi almeno un
momento, ma il mio spirito non riusciva a trovar pace. Mi giustificai dicendo
che dovevamo tornare prima che si facesse buio, dato che c'è un bel tratto di
strada, e tornammo subito a casa. Quando la Madre Superiora ci incontrò nel
corridoio, mi domandò: « Non siete ancora partite o siete già tornate? ».
Risposi che eravamo già rientrate, perché non volevo tornare di sera. Mi tolsi
la mantellina e mi recai immediatamente nella piccola cappella. Appena entrai,
Gesù mi disse: «Vai
dalla Madre Superiora e dille che non è vero che sei tornata per essere a casa
prima di sera, ma perché ti ho portato via il cuore ». Sebbene la cosa mi costasse molto, andai
dalla Superiora e dissi sinceramente il motivo per il quale ero tornata così
presto e chiesi perdono al Signore per tutto quello che a Lui non piace. E
subito Gesù inondò la mia anima di una grande gioia. Compresi che, all'infuori
di Dio, non c’è contentezza da nessuna parte.
Continua......
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